Miseria dei piani infattibili

Nell’ambito del supply chain management, come anche del project management, c’è la necessità di coordinare e pianificare l’utilizzo di materiali e capacità affinché gli obiettivi siano raggiunti puntualmente e possibilmente senza sprechi.

In ambito operations, pianificare in contesti complessi comporta l’utilizzo di software di calcolo per ottenere un piano in tempi adeguati alle necessità di business. Ma come ben sa chi ha avuto almeno una volta l’incombenza di emettere un piano di produzione e acquisto, molto spesso ciò che viene messo a disposizione dall’azienda per l’attività di pianificazione è un modulo dell’ERP e, in aggiunta, carta, penna e un foglio elettronico.

Il piano calcolato da un sistema ERP/MRP è a capacità infinita, cioè il sistema può proporre molti ordini per la stessa macchina o per lo stesso terzista nello stesso periodo di tempo ed assegna i materiali disponibili agli ordini senza considerare se questi trovano macchine o attrezzature libere. Inoltre, nella lista degli ordini proposti dall’ERP non è per nulla immediato capire quali dispongano già dei componenti richiesti e quali invece devono attendere la predisposizione di semilavorati o l’acquisto di componenti. Consegnare al reparto cento ordini di produzione, senza distinzione tra fattibili e infattibili, significa demandare ai capi reparto la selezione dei fattibili. In sostanza si consegna al reparto una lista di desideri, non un piano. E a questo punto è anche inverosimile poter derivare una data di consegna verosimile per i clienti.

Perchè accettare questa condizione? Spesso perchè sarebbe ammettere che la scelta dell’adozione del modulo di pianificazione dell’ERP è stata sbagliata. Ma la fortuna di chi dovrebbe assumersi questa responsabilità è che in azienda c’è sempre qualcuno che si arrabatta con un foglio elettronico per garantire un flusso accettabile dei materiali, preparando piani grossolani ma utili nel breve termine. Preparare piani infattibili è tempo perso: sia per chi lo prepara che per chi lo riceve. Perchè nel 2021 accettare ancora questa situazione?

GLI STRUMENTI PER LIMITARE SPRECHI E CONFUSIONE ESISTONO E SONO ACCESSIBILI.

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Soluzioni per il planning in tempi incerti

Paneido su Il Sole 24 Ore di oggi con le soluzioni con cui affrontare le difficoltà e le incertezze di questo ultimo anno.

I 2 motivi che rendono l’ERP inutilizzabile per i piani di produzione

Generalmente l’ERP aziendale mette a disposizione per la pianificazione della produzione un modulo MRP che è stato sviluppato e venduto da chi non prepara piani di produzione quotidianamente e acquistato da chi mai lo userà: il dipartimento IT dell’azienda. Sono principalmente due i motivi che inducono i planner a superare i limiti dell’ERP e a cercare soluzioni alternative o almeno complementari per consentire un flusso produttivo adeguato per rispettare le consegne ai clienti: la difficoltà a riconoscere la fattibilità degli ordini, la datazione degli stessi, e conseguentemente degli ordini cliente, a capacità finita.

Un piano è tale se è fattibile, altrimenti è una lista di desideri

In aziende manifatturiere di una certa complessità, il sistema di pianificazione può proporre migliaia di nuovi ordini di produzione lungo l’orizzonte temporale. Alcuni di questi devono essere rilasciati in reparto in tempi rapidi per evitare ritardi di consegna ai clienti ed è fondamentale che il reparto sia certo che si tratta di ordini fattibili, cioè per realizzare i quali sono disponibili i componenti. Altrimenti non abbiamo a che fare con un piano di produzione ma con una lista di desideri sottoposta alla produzione, che a sua volta dovrebbe scremare gli ordini fattibili e tenere monitorata la fattibilità degli infattibili. Capire quali ordini siano realizzabili e quali componenti vadano sollecitati con il modulo MRP del gestionale è impresa ardua: o si analizzano le proposte una ad una con la disponibilità dei loro componenti o si cerca di rielaborare l’output del MRP su un foglio elettronico con qualche metodo grossolano. Cercare la soluzione è ancora più frustrante se si pensa che ad ogni nuova sessione di pianificazione si ha a che fare con nuovi ordini cliente e proposte di produzione che possono rimettere in discussione quanto verificato e deciso nella sessione precedente.

Le risorse hanno capacità produttiva limitata

L’altra ragione che rende un piano di produzione proposto dall’ERP inutilizzabile tal quale è che considera solo alcune risorse produttive e le considera a capacità infinita. Cioè non tiene conto del fatto che:

  • su una certa macchina non possono essere realizzati più ordini contemporaneamente: cioè la risorsa in realtà lavora a capacità finita
  • un ordine è fattibile ad una certa data se anche gli ordini dei suoi componenti sono verosimilmente fattibili per tempo

Si può fare

La soluzione a entrambi i limiti degli ERP è adottare strumenti adeguati, in grado di:

  • elaborare contemporaneamente tutti i vincoli rilevanti per il piano di produzione (macchine, personale e attrezzature a capacità finita, regole di sequenziamento),
  • permettere di preservare quanto già deciso dal planner in sessioni precedenti,
  • proporre un output di immediata consultazione riguardo gli ordini fattibili e ricco di dettagli significativi (distinzione tra ordini fattibili, infattibili, fattibili per quantità parziali o che necessitano solo di un trasferimento di componenti tra magazzini per essere fattibili, ecc)

Gli APS sono generalmente gli strumenti più adatti per superare i limiti degli ERP nell’ambito della pianificazione della produzione ma anche tra essi le caratteristiche sono diverse e la flessibilità nel gestire le particolarità dell’azienda non è sempre garantita. Anche per questo Cowry è sovente chiamato a sostituire APS già provati in azienda.

Il valore della simulazione in tempi di crisi

Le supply chain delle aziende sono sempre più connesse ed estese: questo aumenta i rischi e gestirli è diventato essenziale. Se accade qualcosa di imprevisto nel mercato o nella fornitura che interrompe i normali flussi di materiali e risorse, diventa fondamentale prendere decisioni tempestive e basate su scenari verosimili. In questi casi la capacità di simulazione diventa molto utile: serve a ridurre i danni economici immediati dell’azienda e, indirettamente, a non perdere la fiducia dei clienti. In molti ambiti la simulazione è uno strumento ed una pratica consolidata e diffusa: nella progettazione di prodotti e impianti, in medicina e nella finanza, per esempio, si sono affermati nel tempo strumenti e metodologia.
Nel supply chain management la situazione è meno rosea: i moduli di pianificazione del sistema ERP non consentono di fare simulazioni perchè sono ancorati al piano corrente di produzione e acquisto. E anche se consentono qualche anticipazione di scenari si tratta sovente di procedure limitate nella portata e molto semplificate. Prova ne è, come tentativo di ovviare a questo, il dilagare di fogli elettronici o altri strumenti poco strutturati. Anche molti sistemi APS non riescono a supportare al meglio le simulazioni, soprattutto se si basano sulle tecnologie transazionali dei sistemi ERP o dei MES, poco adatti ai calcoli massivi. Situazioni impreviste in cui è importante poter fare simulazioni possono avere varie origini:

  • un fornitore è in difficolta e bisogna valutare l’impatto delle sue consegne su quelle ai nostri clienti. Per quanto tempo possiamo sfruttare il nostro magazzino di componenti? per quanto tempo possiamo alimentare la produzione prima di aver trovato un altro fornitore?
  • concorrenti di altri paesi sono danneggiati da eventi catastrofici: quale sarà l’aumento di domanda e come sopperirvi?
  • nuove norme o sentiment fanno calare la domanda di prodotti con certe caratteristiche (per esempio: imballi in plastica o certi ingredienti alimentari): qual è il rischio di obsolescenza del magazzino? qual è l’impatto sulla nostra domanda e sui nostri impianti produttivi? quanto tempi ci vuole per riconvertire i flussi di materiali?
  • clienti britannici, in vista della brexit, fanno scorte dei nostri prodotti: nell’immediato dobbiamo fronteggiare un aumento di carico sugli impianti ma non va sovrastimata la domanda futura e l’approvvigionamento delle nostre materie prime

La simulazione è utile anche senza crisi o imprevisti esterni ma per la valutazione di decisioni della stessa azienda:

  • phase-in/out di prodotti e componenti
  • valutazione di nuovi assetti produttivi e della catena di fornitura
  • valutazione dell’impatto di diverse tecniche di gestione (kanban, rythm-wheel, ecc)

In ogni caso, per essere in grado di rispondere in modo articolato ed efficace al presentarsi di nuovi scenari, fa la differenza disporre di strumenti di simulazione in grado di:

  • modellare adeguatamente vincoli e flussi
  • rappresentare gli scenari in modo esauriente ed efficace
  • elaborare rapidamente gli scenari
  • mescolare valori reali e ipotetici delle variabili in gioco, sfruttando anche fonti dati poco strutturate

Non ha senso attendere la crisi per dotarsi degli strumenti adatti a gestirla

Paneido
Paneido è sinonimo di vent’anni di esperienza con i sistemi di pianificazione e simulazione. La nostra filosofia è rendere semplici e veloci le attività quotidiane e praticabili le soluzioni ai problemi meno ricorrenti: phase-in/out di prodotti, adeguamento capacità produttiva, ottimizzazioni, ecc.

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