Le politiche di riordino

Anche se avete acquistato il software di pianificazione più costoso e sviluppato con le tecnologie in hype, non ne trarrete alcun beneficio se non sapete come parametrizzarlo.

Nel manufacturing le POLITICHE ed i PARAMETRI DI RIORDINO dei vari articoli dipendono sia da fattori esterni che interni all’azienda e, in contesti con frequenti cambiamenti, richiedono un adeguamento continuo e puntuale.

Le politiche ed i parametri di riordino servono a definire:

  • le quantità da ordinare, la frequenza e la datazione degli ordini per i vari materiali che un sistema produttivo gestisce,
  • i buffer di scelta degli ordini in schedulazione

e tutti questi elementi possono essere assegnati manualmente o massivamente secondo criteri logici e documentabili.

La buona notizia è che l’assegnazione delle politiche e di molti parametri può ESSERE AUTOMATIZZATA, la cattiva è che pochi sanno come farlo e ancor meno hanno gli strumenti per automatizzare in modo articolato.

1. Il primo aspetto da prendere in considerazione per l’assegnazione dei parametri è chiarire se un nuovo ordine per un certa materiale può essere emesso a fronte di un ordine cliente o deve essere rilasciato in anticipo, cioè in base a previsioni di consumo. Questa decisione è associata alla differenza, se esiste, tra lead time di mercato e lead time cumulato (si veda il dizionario APICS per le definizioni di questi).

2. Un’altra cosa da considerare è se un materiale è standard o deve essere fabbricato su specifica del cliente.

Altri aspetti rilevanti sono il valore unitario degli articoli da ordinare, il loro consumo a valore e la predicibilità dei loro consumi.

Stabilito che alcuni materiali devono essere riordinati su previsione, è opportuno integrare tali previsioni nel modello di pianificazione, vuoi con una semplice gestione a punto di riordino o adottando algoritmi più efficaci in presenza di domanda con stagionalità e trend significativi. Inoltre la gestione all’interno di un modello di pianificazione sia di fabbisogni previsionali che di fabbisogni certi richiede lo scorporo dalla previsione dei nuovi fabbisogni certi man mano che vengono acquisiti e il ricalcolo della previsione e dei riordini al manifestarsi di variazioni significative rispetto alle previsioni precedentemente calcolate.
Capita spesso di sentirci dire in azienda: “ma da noi non è possibile fare previsioni”. Non può essere. Ma questo sarà argomento di un altro post.

Dati o presi? La differenza nei progetti di successo

Incontriamo a volte aziende che vogliono adottare Cowry dopo aver affrontato e visto naufragare progetti di advanced planning con altre soluzioni.

Indagando, uno dei motivi del fallimento del progetto precedente è stata la difficoltà riscontrata nell’alimentare il sistema con i dati richiesti dal software. E’ vero che per qualunque sistema l’input è responsabilità dell’azienda e la parola ‘dati’ (participio di dare) lo rappresenta bene ma è anche utile ricordare che spesso i dati in azienda ci sono, eventualmente in formati diversi da quelli desiderati per comodità di processamento o non strutturati come sarebbe utile per rendere le attività di elaborazione spedite.

L’affermazione della ‘data science‘ degli ultimi anni è stata favorita dallo sviluppo di tecnologie sempre più flessibili riguardo la connettività con diversi protocolli e formati di dati gestibili e questo vuol dire che in azienda i ‘dati’ vanno anche un po’ ‘presi’ da chi deve alimentare un APS, un ERP o altri sistemi. Cioè è possibile avviare un progetto sfruttando i dati nei formati disponibili e contemporaneamente lavorare assieme per rendere tali dati più condivisi, affidabili, fruibili, senza che la capacità del fornitore di attingere a dati poco strutturati tolga la responsabilità degli stessi a chi li crea, diventando un alibi per non fare le cose per bene.

Con questo approccio, disponendo delle tecnologie adatte, diventa possibile portare al successo in tempi ragionevoli un progetto, ridurre il periodo di recupero dell’investimento e abilitare nuove evoluzioni dei processi aziendali.

Per fare un esempio: avviare un sistema di schedulazione richiede la disponibilità di tempi ciclo (attrezzaggio e lavorazione in primis) affidabili, nonchè la definizione dei cicli alternativi ammessi. Per i casi in cui questi dati sono incompleti è possibile utilizzare dei tempi e cicli predefiniti per famiglia di articoli o ricorrere, soprattutto per i cicli alternativi, alla lettura dei dati che risiedono sui fogli elettronici usati dall’azienda per la schedulazione prima del progetto. Dal momento in cui questi dati sono integrati nell’APS possono essere successivamente riversati sul sistema gestionale o laddove serve per supportare il processo di contabilità industriale e altri utilizzi.

Paneido
Paneido è sinonimo di vent’anni di esperienza con i sistemi di pianificazione e simulazione. La nostra filosofia è rendere semplici e veloci le attività quotidiane e praticabili le soluzioni ai problemi meno ricorrenti: phase-in/out di prodotti, adeguamento capacità produttiva, ottimizzazioni, ecc.

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